Con il tempo il dolore passa?

Gallucci psicologo torino

Dicono che il tempo guarisce le ferite.
Che con il tempo tutto passa, tutto si dimentica.

Non è poi così vero.

Provare un dolore emotivo è un'esperienza inevitabile che fa parte della vita.
Che si tratti di un dolore legato a un evento traumatico, una perdita, una ferita d'amore o una delusione,
non è importante tanto che il tempo passi, ma come noi passiamo quel tempo.

Sappiamo che il tempo è soggettivo.
Il tempo è lento quando aspettiamo.
Il tempo è veloce quando siamo in ritardo.
Il tempo è pesante quando siamo tristi.
Il tempo è troppo breve quando siamo felici.
Il tempo sembra non finire mai quando soffriamo.

Il tempo di per sé non guarisce nulla, direi meglio che al limite alleggerisce.
Leviga come l'acqua i ciottoli.

Niente passa del tutto, soprattutto ciò che ci ha feriti profondamente, come taglio netto e deciso.
Possiamo ricordarlo sempre, sarà parte di noi anche quando farà parte del passato in modo definitivo.
Le ferite si rimarginano meglio se ce ne prendiamo cura.
Altrimenti rimangono le cicatrici, che pungono e tirano.

Il tempo da solo non basta.
Ciò che fa la differenza è prendere consapevolezza.
La consapevolezza è il balsamo necessario perché il tempo possa guarire le ferite, aiuti a sopportare certi dolori, certi pesi.

Il semplice passare di giorni, mesi, a volte anni, finisce solo per invecchiarci senza maturazione, senza possibilità di comprendere e cambiare.
Senza la consapevolezza il tempo si ferma e rischiamo di rimanere impantanati nella sofferenza, nel lutto, nella rassegnazione.

Ecco perché importante sapere che occorre sviluppare modi per lenire il dolore e saper gestire le difficoltà della vita.
Reagire, elaborare e condividere proprie emozioni e pensieri e cercare aiuto da parte di uno psicologo professionista sono alcuni modi che possono aiutarti a superare il dolore emotivo.

Perché più che tutto passa, penso che tutto si può superare e affrontare, per andare avanti.

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Mi sento triste. Come non confondere la tristezza con la depressione

gallucci psicologo torino

La tristezza e la depressione hanno molte caratteristiche in comune ma, contemporaneamente, sono due concetti e vissuti profondamente differenti.

In realtà, la tristezza è un’emozione, una normale reazione agli eventi della vita che ci toccano, ogni giorno.
Essere tristi non significa essere depressi, anche se spesso nel linguaggio comune le persone usano le due parole come fossero sinonimi.

La tristezza è un'emozione che nessuno di noi vorrebbe provare, ma è inevitabile: come le altre emozioni, la tristezza è uno dei colori emotivi della nostra vita, intrinseca alla nostra natura umana (e anche animale).
Più che evitarla, quindi, dovremmo ri-conoscerla e imparare ad accoglierla.

Nella vita possiamo essere tristi per molti motivi: la perdita di qualcuno che abbiamo amato, un cattivo voto, una perdita reale o simbolica...
Ma è grazie alla tristezza che possiamo rielaborare le nostre esperienze e agire in modo differente.
La tristezza ci viene in aiuto diventando essa stessa motivo di nuove azioni, cambiamenti e soluzioni.

Una profonda tristezza mantenuta nel tempo può però cedere il passo alla depressione.
Anche se la depressione di solito ha una forte componente biologica e genetica, eventi importanti come la perdita di una persona amata o un pesante fallimento possono generare una tristezza tale da portare alla depressione.
Questo significa che tutti, chi in misura minore chi maggiore, abbiamo il rischio di cadere in depressione.

Quando la tristezza si prolunga in modo eccessivo e influenza in modo negativo la vita personale, allora è consigliabile chiedere aiuto a uno psicologo.
Ed è importante sapere che, come per qualunque tipo di malattia, più aspettiamo a chiedere aiuto, più aumentano le probabilità che appaiano altri sintomi e disturbi associati che peggiorano il quadro depressivo.
Prima di parlare di depressione, ci deve essere una diagnosi effettuata da un clinico (psicologo o psichiatra), che inquadri la situazione complessiva della persona e formuli un trattamento di psicoterapia e/o farmaci.

Ecco perché è importante avere qualche spunto per capire meglio le differenze tra tristezza e depressione.

#1 La tristezza è un’emozione fisiologica, la depressione è un disturbo psicologico
Come detto la tristezza è un'emozione e, in quanto tale, ha un valore adattativo, serve a darci la carica fisiologica per aiutarci ad affrontare le difficoltà e le perdite. In effetti, se ci pensiamo, possiamo sentirci più motivati a (re)agire quando siamo tristi, piuttosto che quando siamo belli soddisfatti e felici.

Invece, la depressione è un disturbo psicologico, e la tristezza ne è solo uno dei sintomi. Il quadro depressivo è accompagnato da: vissuti di impotenza, disperazione e profonda perdita di piacere. Chi è depresso ha spesso sensi in colpa, difficoltà di concentrazione e a prendere delle decisioni. In molti casi ci si isola dagli altri e ci si rinchiude nei propri pensieri negativi, di morte, a volte di suicidio.

#2 La tristezza è uno stato mentale passeggero, la depressione dura nel tempo
Come tutte le emozioni che possiamo sperimentare, la tristezza è fugace: si può essere tristi anche per una questione di poco e soffrire, ma il tutto dura poche ore o giorni.

La depressione invece è una condizione di sofferenza psicologica cronica che viene diagnosticata dopo che una persona ha mostrato gli stessi sintomi per almeno sei mesi.

#3 La depressione influenza profondamente la vita quotidiana
Quando siamo tristi non abbiamo molta voglia di fare, possiamo sentire stanchezza, poco o nulla ci interessa.
Eppure, malgrado questo, siamo in grado di continuare a vivere nella nostra routine quotidiana, fatta di cura di sé, studio o lavoro, faccende domestiche, incontri con gli altri e possiamo anche godere dei piccoli piaceri quotidiani, anche se con più fatica del solito.

Nella depressione invece la perdita di iniziativa e piacere possono durare per settimane o anche mesi: la persona sente che anche le attività quotidiane più banali e basilari sono insormontabili e senza alcun senso.

Infine, dunque, dobbiamo tener conto che, mentre la tristezza va riconosciuta, accolta e vissuta come emozione, un quadro di depressione ha bisogno invece di terapia psicologica adeguata.

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