Lutto in famiglia. Cosa fare con i bambini?

"Una cosa bella è una gioia per sempre" (John Keats)

gallucci psicologo torino

Se ci sono bambini in famiglia, il lutto non si può negare ma nemmeno deve diventare un pensiero fisso e cupo. Per un bambino anche questo è un momento di crescita, da poter esprimere attraverso le proprie emozioni.

L'opinione comune è che i bambini non debbano venire a contatto con la sofferenza: ecco che allora vengono allontanati, non se ne parla, si evita l'argomento.

Ma se il lutto riguarda una persona molto vicina, di famiglia, non si può fare finta di nulla. Il bambino non può stare da solo a rimuginare sul perchè non vede più quella persona.
E nemmeno gli si può stare vicino fingendo che tutto vada bene, come al solito, come se non fosse successo nulla.
Sarebbe innaturale e forzato, anche per gli stessi adulti costretti a indossare una maschera di finta normalità e felicità.

Anche il bambino prova i suoi momenti di dolore: quando viene sgridato, quando perde o rompe un gioco, quando gli viene negato qualcosa...
Sapere e vedere che anche gli adulti provano dolore lo rende più consapevole, gli fa capire che anche i grandi provano dolore come succede a lui.

Per il bambino è essenziale partecipare ai momenti del lutto della famiglia. Gli permette di capire che il dolore si può esprimere e condividere, come l'allegria, è un sentimento che fa parte della vita.
Condividere le emozioni e confrontarsi, lo fa sentire parte di una famiglia, di una comunità, di un mondo più grande.

Visto che il lutto ci fa sentire più soli che mai, sapere che anche altri provano le nostre stesse sensazioni è un aiuto e un conforto anche per un bambino: è un momento di apprendimento e crescita, su cui il bambino baserà le sue reazioni alle successive perdite che la vita gli riserverà.

Esprimere la sofferenza senza fingere
L'adulto non doverebbe temere di esprimere il proprio dolore.
Il bambino ha già coscienza ed esperienza delle lacrime: è la sua prima reazione istintiva da neonato, è un'emozione che vede nei personaggi dei cartoni animati.
Perciò vedere piangere genitori o parenti non sarà poi così straordinario o traumatico, anzi aiuterà il bambino ad esprimere i propri stati d'animo ed emozioni.

Spiegare senza troppa paura
Non si possono nascondere le cose ai bambini.
Percepiscono lo stato d'animo dei genitori, dei nonni, dei parenti: non si può far finta che non sia successo niente, perchè farebbe nascere in loro domande, dubbi e paure ("Cosa sta succedendo in casa? Perchè sono tutti tristi? Perchè nessuno vuole più giocare?").

Se invece si spiega con calma e tranquillità (ovviamente in base all'età del bambino e al suo rapporto con la persona defunta), la morte non appare più come un mistero che fa piangere le persone in famiglia, ma un sentimento dicibile e pensabile da poter condividere.

Prepararsi alla morte
Nel caso di un lutto dovuto a malattia, quindi prevedibile, è importante preparare il bambino all'evento con gradualità.

Un conto è dire "il nonno non c'è più".
Lo mettiamo di fronte al fatto compiuto, in cui non si può fare nulla per esprimere il proprio affetto, e potrebbe creargli dei sensi di colpa per qualcosa che avrebbe potuto dire o fare con il nonno e che invece non si è potuto realizzare.

Ben diverso è se accompagniamo gradualmente il bambino verso la consapevolezza che "tra un po' il nonno non ci sarà più".
Questa situazione gli permetterà di salutarlo esprimendogli ciò che sente, di stare ancora un po' con lui, di vivere e assorbire sensazioni e ricordi che gli rimarranno nel futuro.

Vivere il momento per ricordare
Per il bambino è importante conservare il ricordo della persona defunta.
Poterla salutare gli permette di costruirsi un'immagine salda, duratura: per questo è importante parlare della persona scomparsa, ricreare il ricordo e mantenerlo vivo.
Questo è proprio il momento di aiutare il bambino a valorizzare le cose belle vissute con quella persona, raccontarle di nuovo, farle rivivere con la memoria, in modo che le possa custodire nella sua vita per sempre.

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