Adolescenza e omosessualità

gallucci psicologo torino
Coraggio è essere te stesso ogni giorno in un mondo che ti dice di essere qualcun'altro.

L’adolescenza è il periodo della vita che sta tra l’infanzia e la vita adulta, tra il "non essere più" e il "non essere ancora".
L’adolescenza è per definizione il tempo dei cambiamenti e dei debutti su svariati fronti, che coinvolgono il giovane in prima persona, ma anche la famiglia, le amicizie, la scuola.


Cronologicamente, l’adolescenza potrebbe essere collocata in un’età compresa tra i 12 e i 20 anni circa, anche se è sempre più difficile darne un’indicazione anagrafica precisa per via delle differenze individuali e delle caratteristiche della società contemporanea (per esempio, sono sempre più i giovani che, per motivi di studio o di precarietà economica e lavorativa, prolungano la permanenza in casa dei genitori, ritardando l’ingresso nel mondo degli adulti).

Sul piano sessuale l’adolescente sperimenta l’abbandono del corpo infantile per acquisirne uno adulto sessuato, perchè compaiono i caratteri sessuali secondari e si raggiunge la maturità riproduttiva. Il corpo sessuato spaventa ma incuriosisce, si esplora, per esempio con la masturbazione.
L'"esplosione" del corpo e la tempesta ormonale tipiche della pubertà suscitano diverse emozioni: alcuni possono reagire cercando di nascondere la nascente sessualità, altri possono invece accentuarla attraverso comportamenti precoci e abbigliamento “da grandi”.
Per alcuni ragazzi/e si pone il problema della propria sessualità, si può avere il timore di non essere “normali”, di essere omosessuali o incapaci di avere rapporti sessuali.

Sul piano delle relazioni, in questo periodo della vita diventano fondamentali gli amici, il gruppo dei pari con cui confrontarsi e cercare dei modelli di riferimento fuori della famiglia.
L'adolescente sente l’esigenza di fare parte di un gruppo di coetanei, con cui trascorrere il tempo libero, condividere interessi ed esperienze, confrontarsi in gruppi informali.
Fare parte di un gruppo rafforza la propria autostima, perchè si sente di appartenere e ci si sente sostenuti emotivamente, il gruppo conferisce un punto di riferimento per formarsi una propria identità.

Questi cambiamenti si ripercuotono all’interno della famiglia.
L'adolescente in questo periodo oscilla tra due esigenze contrastanti: da un lato sente il bisogno di essere protetto dalla famiglia di origine in cui trova protezione e rassicurazione come da bambino, dall’altro vuole differenziarsi, staccarsi, diventare autonomo.
La famiglia deve affrontare il difficile compito di ri-trovare un nuovo equilibrio, di rinegoziare le distanze interpersonali, malgrado i conflitti e i momenti critici.

L’adolescenza è quindi caratterizzata dalla costruzione e definizione dell’identità, anche dal punto di vista cognitivo, emotivo e comportamentale.
L’acquisizione di una propria identità è un processo lungo e continuo e si costruisce attraverso la sperimentazione e l’identificazione con sè stessi, gli altri e il mondo.
Attraverso le sperimentazioni e le identificazioni l’adolescente si riconosce come separato dagli altri e, confrontandosi con loro, si confronta con le proprie risorse e i propri limiti, nell'ottica di costruire i propri progetti per il futuro da adulto.

Uno sguardo su adolescenti, gay, lesbiche, bisessuali, trans
Il quadro già complesso brevemente descritto si arricchisce nel caso di ragazzi e ragazze che scoprano di avere un orientamento sessuale diverso da quello eterosessuale o un'identità trans (in una società eteronormativa, che considera cioè l'eterosessualità come la "norma", così come considera un'identità maschile normale per un uomo e femminile per una donna).
L'adolescente che si rende conto di provare attrazione affettiva e sessuale nei confronti di persone dello stesso sesso, oltre a dover affrontare i compiti che questo particolare periodo dell'esistenza richiede, può quindi incorrere in problemi di accettazione, ansia, preoccupazione e discriminazione (omofobia) provenienti anche dall'ambiente familiare, scolastico o dal gruppo di amici.

L'adolescenza è il momento frequente del coming out (ne ho scritto anche in un altro post), il graduale processo di consapevolezza e accettazione del proprio orientamento omosessuale, prima di tutto con sè stessi e poi la successiva decisione di dichiararlo apertamente agli altri.

Questo primo momento, dopo la fase iniziale di negazione e shock, è di solito caratterizzato da una forte carica emotiva e di stress, anche per la mancanza di esempi positivi da seguire per riuscire ad integrare questi nuovi sentimenti e pulsioni all'interno della propria identità.

Gli adolescenti gay hanno molte preoccupazioni tra cui:
- il sentirsi diversi dai propri coetanei
- la paura di essere rifiutati, non compresi, discriminati o derisi
- il sentirsi colpevoli del proprio orientamento sessuale
- la preoccupazione di come possano reagire la famiglia e le altre persone amate, di deludere i genitori.

Come per altre minoranze, anche i giovani omosessuali sono soggetti a “minority stress” cronico e acuto, ovvero disagi psicologici causati da una condizione di minoranza stigmatizzata.
L’adolescente omosessuale si sente solo e confuso, non sentendosi compreso può tendere all'isolamento, subire le conseguenze psicologiche negative collegate all'emarginazione, stigmatizzazione e discriminazione dell'omosessualità.
L'omofobia (intesa come paura irrazionale e disprezzo verso l'omosessualità), che può sfociare in atti aggressivi fisici/verbali (bullismo), diventa interiorizzata nel delicato periodo in cui l’adolescente sta costruendo la propria identità (sessuale, affettiva, sociale), introiettando dei modelli negativi che assorbe dall'esterno (mass media, famiglia, gruppi religiosi o politici, amici).
Il peggio nemico dell'adolescente gay non è tanto il bullo, ma il pregiudizio che permea a tal punto la società che viene interiorizzato.

Se privati di qualche sostegno, psicologicamente, l'isolamento, l'esclusione e la bassa autostima possono indurre a depressione e disturbi d'ansia.
Le ricerche scientifiche dicono che gli adolescenti glbt sono almeno tre volte più a rischio suicidio dei coetanei eterosessuali. Ma i dati dimostrano che non è per il fatto di essere gay, ma sono il rifiuto, l'emarginazione, la discriminazione in famiglia e la mancanza di cittadinanza a renderli più a rischio suicidio.

Ecco perchè i genitori e le altre persone intorno agli adolescenti gay devono tener conto di questi segnali di angoscia: il grado di serenità o stress con cui una persona omosessuale riesce ad affrontare il suo percorso di accettazione influisce molto sul suo stato di salute psicologica.
L’aprirsi e il condividere con coraggio, in circostanze e tempi dettati dalle scelte e dalle decisioni maturate individualmente, fornisce un importante stimolo e sostegno per la crescita psicologica, contribuendo al rispetto di se stessi, a una migliore autostima e alla strutturazione di un'identità più solida, definita ed equilibrata della personalità adulta.

Se ti fa piacere, lascia un commento al post.
Sono curioso di sapere se ti è piaciuto e cosa ne pensi.
Grazie :)

Se ti è piaciuto questo post e vuoi essere sempre aggiornato su argomenti che esplorano il benessere psicologico ed emotivo, puoi seguirmi sulla mia Pagina Facebook oppure scrivermi una email a pierluigi.gallucci@gmail.com

Nessun commento:

Posta un commento